- 17 febbraio 2023

Serie Tv ed emozioni forti
Ho cominciato ad appassionarmi alle serie tv molto tardi …nel 2020 …mentre prima, quando ascoltavo i miei amici e i colleghi parlare di serie, mi annoiavo e con una punta di superiorità mi ritenevo immune da quelle chiacchiere che, per quanto credevo, richiamavano a qualcosa di effimero e irreale.
Mi sbagliavo!
Ho peccato di hybris e, dopo aver visto la prima serie tv alla quale mi sono appassionata, mi sono dovuta ricredere.
Ad oggi le serie tv sono entrate ufficialmente a far parte del nostro patrimonio di riferimenti e di trame relazionali e sociali ai quali ci rifacciamo sia per identificarci e proiettarci i nostri vissuti, sia per attingerci alla ricerca di un senso e di un significato di ciò che viviamo nelle nostre relazioni.
Tra le prime serie che ho guardato e a cui mi sono appassionata c’è Shameless nella quale si parla del concetto di famiglia, in modo non convenzionale e dissacrante. I personaggi principali crescono nel corso delle stagioni nella dimensione cronologica e in quella della profondità e tridimensionalità, divenendo sempre più complessi.
Shameless si basa su argomenti scomodi e dolorosi, raccontati mai in modo politicamente corretto, ma con ironia e sarcasmo.
Si parla, in primis, di genitori che non vogliono bene ai figli e di figli che a un certo momento della loro vita fanno i conti con questi genitori: il tema cardine è basato sul concetto che, per quanto i loro genitori siano stati terribili, ora i figli sono adulti e devono fare i conti solamente con sé stessi.
Si parla di amore materno come un’invenzione e non come un dato di fatto biologicamente provato, di aborto, di gravidanze in adolescenza, di discriminazioni basate sulle scelte sessuali, sull’identità di genere, sul colore della pelle e sulla povertà economica.
Si affronta il tema della coppia e di quanto ci possa far paura dipendere dall’altro, di quanto cerchiamo una stampella nell’altro e di come ci possiamo auto sabotare.
I personaggi non vincono mai, sfiorano il successo ma la vita li riporta sempre giù a riconfrontarsi con le loro miserie, parafrasando però un concetto letto nella Trilogia del male di Roberto Costantini, sono dei bellissimi perdenti: sono sempre straordinariamente umani.
È forte il tema del prendersi cura dei figli, dei fratelli, del partner, dei genitori e in maniera più profonda su cosa significa prendersi cura di sé, prendersi in carico, prendere in mano la propria vita o al contrario lasciarla andare alla deriva.
Si parla di salute mentale e di dipendenze in modo crudele, senza fare sconti a nessuno; individui, familiari, professionisti e istituzioni.
Ma soprattutto si parla di vergogna o di chi non si vergogna.
La vergogna è un emozione che compare quando il linguaggio non è ancora completamente sviluppato ed è quindi più complesso talvolta esprimerla con le parole.
La sua difficoltà ad essere verbalizzata la rende un’emozione sgradevole e bloccante che spesso rimanda a vissuti precoci in cui abbiamo provato quella sensazione che non ci è stata riletta o che non siamo stati aiutati a superare. È un’emozione con cui spesso si lavora in psicoterapia: è molto dolorosa e inficia duramente la qualità di vita di chi la sperimenta con frequenza.
Shameless affronta quindi, con un ritmo sostenuto e con toni irriverenti, temi quotidiani e temi scomodi e permette allo spettatore un giro di giostra che tocca i vissuti emotivi più disparati, senza risparmiare i più dolorosi.
Per me è stata un’esperienza così interessante che di giri di giostra ne ho fatti due riguardando tutte e undici le stagioni per una seconda volta!
Ci sono delle serie che ti hanno fatto lo stesso effetto?
O ci sono delle serie a cui sei rimasto legato in modo particolare?
Cosa dicono di te? O del periodo che stavi vivendo in quel momento?
Bibliografia
La Trilogia del Male Roberto Costantini: Tu sei il male/ Alle radici del Male/ Il male non dimentica.