Anni di libri

Mi ricordo che quando frequentavo la scuola elementare mi piaceva leggere sdraiata sul letto, la luce del sole che filtrava dalla tenda e mi inondava le braccia… sono ricordi che profumano di pan brioche e che hanno il tepore del latte tiepido appena scaldato. Leggere era il mio rifugio, un rifugio che non aveva bisogno di mura per riuscire a farmi sentire al sicuro dagli avvenimenti del quotidiano. Ai tempi mi piacevano molto i libri di Bianca Pitzorno, perché raccontavano di bambine coraggiose che si muovevano in un mondo di adulti che contemplava una gamma di esseri umani che poteva andare dai sottilmente sadici ai materialmente poco presenti, sia fisicamente che emotivamente. Adoravo anche i racconti di Roald Dahl e, anche se mi impressionavano, potevo rimanere ore a pensare alle streghe protagoniste del suo omonimo libro, in quei libri i bambini potevano fidarsi di pochissimi adulti e, quelle rare volte in cui potevano farlo, si trattava solitamente di nonni o insegnanti. Un’altra scrittrice che mi piaceva molto era Christine Nöstlinger che, con il suo “Il bambino sottovuoto”, mi portava dritta nel territorio variopinto delle famiglie non convenzionali facendomi riflettere, già a quei tempi, su quanto non convenisse per niente essere un bravo bambino. Mentre crescevo continuavo a leggere di tutto: romanzi rosa, thriller, classici.. tutto quello che leggevano i miei genitori, i miei nonni, quello che trovavo in giro per casa, appropriato o inappropriato che fosse. Nel frattempo, e con l’arrivo dell’adolescenza, cresceva anche la difficoltà che percepivo nel comprendere e farmi comprendere dal mondo esterno e se le parole nei libri erano sempre chiare e comprensibili e le emozioni filtrate dalle pagine mi sapevano trasportare, ma non mi facevano stare troppo male, non era decisamente così con quanto succedeva nella realtà quotidiana. Non ricordo solo cosa leggevo, ma anche i luoghi in cui lo facevo: da lettrice indomita ricordo di aver letto in qualsiasi posto plausibile in bagno, in spiaggia, a letto, nei boschi, al centro commerciale, mentre aspettavo qualcuno, o mentre pranzavo da sola… decisamente amavo molto leggere in treno, ma non disdegnavo nemmeno le sale di attesa degli ospedali. Leggevo come rito per esorcizzare per ogni tipo di accadimento e per ogni particolare evenienza: se dovevo festeggiare un episodio felice compravo un romanzo, se dovevo elaborare un dolore compravo comunque un romanzo. Ho letto per alleggerire periodi difficili, chiedendo espressamente al libraio di darmi qualcosa da leggere “che mi facesse sorridere come il primo giorno di vacanze di scuola”, o come quando si “bacia qualcuno di cui si è innamorati per la prima volta”. Ho letto libri che sono stati profetici nelle mie scelte di vita, altri che hanno corroborato i miei passaggi di crescita facendomi decidere di smettere di insistere con una relazione o con un lavoro. Ho letto poesie mandandole giù come a cucchiaiate, perché sentivo abbandonata e pensavo che non mi sarei più ripresa. Ho letto per piacere personale, ma ho letto con piacere anche per la mia formazione professionale; ho letto libri che ho consumato e conservato come le reliquie di un santo, ho letto libri che mi hanno creato un sano fastidio e libri che hanno messo in discussione il mio approccio nel lavoro. Nel mio lavoro di terapeuta ho consigliato libri ai miei pazienti e loro me ne hanno consigliati a loro volta… ho letto storie che mi facevano pensare alle vite delle persone che seguivo in terapia che mi hanno fatto riflettere sul loro percorso terapeutico e sul mio modo di stare in terapia con loro… ho letto libri che mi hanno donato metafore e immagini sorprendenti per entrare in contatto con gli aspetti più intimi di chi incontravo in seduta. A volte niente può placarci, consolarci, illuminarci, darci un attimo tregua o fornirci nuova motivazione come leggere un libro. Siamo spesso legati ai nostri libri più cari come ai nostri ricordi più sacri, spesso le trame dei romanzi si intrecciano e fanno da specchio alle nostre scelte di vita e alle nostre relazioni. E tu a quali libri ti senti più legato? Quali sono i libri della tua infanzia? Quali i romanzi che ti hanno fatto ritrovare il senso del vivere?

Per approfondire

Bianca Pitzorno, L’incredibile storia di Lavinia
Roald Dahl, Streghe
Christine Nöstlinger, Il bambino sottovuoto

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